Design Rappresentativo della Pratica

Il Design Rappresentativo della Pratica è il terzo principio della metodologia Constraints Led Approach. Abbiamo introdotto l’argomento in un precedente articolo (qui).

Vorrei partire dalle definizioni di Specificità e di Design Rappresentativo della Pratica.

Nonostante vengano utilizzate come se fossero sinonimi, come suggerisce un caro amico allenatore, la definizione di Design Rappresentativo della Pratica è molto più pregnante (cit. Mariano Costa). Questo significa che ci fornisce un quadro più esaustivo di come strutturare esercitazioni.

Design Rappresentativo e Specificità della Pratica

Design Rappresentativo afferma che: campionare l’ambiente della prestazione e garantire che i vincoli della pratica e del compito di allenamento siano rappresentativi di un particolare contesto di prestazione sportiva (Pinder et al., 2011). Assicurare che ciò che il performer vede, ascolta e sente nell’ambiente di pratica sia simile all’ambiente di performance (Renshaw et al., 2019, p.78).

Specificità della pratica afferma che: la migliore esperienza di apprendimento sono quelle che si avvicinano di più ai componenti del movimento e alle condizioni ambientali dell’abilità e del contesto target.

Un grosso punto di fraintendimento a mio avviso si realizza nella male interpretazione delle definizioni.

L’ipotesi della specificità della pratica sostiene che quanto più la progettazione di un compito pratico è vicina ai requisiti della pratica, maggiore è la probabilità di un trasferimento positivo dell’apprendimento (Tremblay, 2010).

Tuttavia a mio avviso ci fornisce poche informazioni utili su come dovrebbe essere realizzata una pratica specifica.

Un approccio basato sulle dinamiche ecologiche enfatizza la reciprocità del sistema individuo-ambiente, sostenendo che la specificità dell’allenamento dipende dalle fonti di informazione utilizzate dagli atleti per regolare i comportamenti in competizione (Woods et al., 2019). Nell’approccio ecologico si enfatizza la relazione individuo-ambiente. La sfida è scegliere le informazioni presenti nella competizione, inserirle nella pratica di allenamento, in modo tale che siano rappresentative dell’ambiente di gara.

Oltre all’ambiente e alle sue informazioni, devo considereare anche l’individuo: età, abilità, esperienza del giocatore. Per un atleta under 12 con poca esperienza, un 2vs2 potrebbe già essere un ambiente molto rappresentativo, con all’interno tutte le fonti di informazioni necessarie.

Questo signica che le attività devono basarsi sulla semplificazione del compito (qui, qui, qui) piuttosto che sulla decomposizione. Questo mi assicura di conservare le fonti di informazioni e il rapporto percezione-azione (Davides et al., 2008).

Che cosa esattamente dovremmo rappresentare in un allenamento?

Ci sono pochi elementi nella progettazione della pratica rappresentativa che devono essere soddisfatti affinché un compito possa essere considerato “rappresentativo”.

Vediamoli nello specifico:

  • Fonte delle informazioni (Functionality). Le sessioni pratiche devono basarsi su un campionamento dettagliato delle variabili informative (segnali visivi) disponibili in specifici ambienti prestazionali affinché gli atleti possano utilizzarli per regolare i loro comportamenti”. (Button et al, 2020). Le informazioni a disposizione degli atleti durante la pratica dovrebbero mirare a replicare le informazioni a disposizione degli atleti durante la competizione. Gli atleti qualificati sono quelli più “sensibili” alle informazioni a loro disposizione. Pertanto, gli allenatori devono assicurarsi che le variabili informative nella pratica siano il più simili possibile alle variabili informative disponibili in competizione. Ad esempio nella ricezione la fonte delle informazioni mi è data dal battitore e dalla traiettoria. Per giocatori esperti posso semplificare il compito sostituendo la battuta, con un lancio (più o meno vicino; con più o meno parabola). Voglio mantenere accoppiato il rapporto percezione-azione.
  • Action Fidelity. Fedeltà dell’azione: “La fedeltà dell’azione promuove l’idea che un allenatore deve garantire che le soluzioni di movimento che gli atleti esibiscono e sviluppano nell’ambiente di pratica saranno efficaci quando trasferite nell’ambiente di performance” (Renshaw et.al, 2019)
  • Affordance e Decision Making. La progettazione dell’allenamento richiede che gli atleti individuino se utilizzare o meno l’opportunità di azione sulla base delle informazioni. Invito all’azione (affordance) che posso creare manipolando i vincoli.
  • Emozioni. Nello sport, gli atleti devono essere in grado di adattarsi ai vincoli del compito mentre si esibiscono in diversi stati emotivi indotti dalla prestazione competitiva che possono influenzare le loro cognizioni, percezioni e azioni (Headrick et al., 2015).

Conclusioni

In questo articolo ci siamo addentrati sul significato di Design Rappresentativo della Pratica. Strutturare pratiche rappresentative, può richiedere un pò di pratica all’inizio, ma avendo ben chiaro i pilastri che la compongono possiamo essere molto più efficaci.

Uno strumento utile per dare una valutazione alla pratica è il RPAT, Representative Practice Assessment Tool. Sono una lista di domande a cui si risponde dando una valutazione da 1 a 5. Potete trovare le domande digitando su Google l’acronimo.

Spero che l’articolo possa aver chiarito meglio il significato di Design Rappresentativo della Pratica e possa aiutarti nei tuoi allenamenti.

Bibliografia

Button, C., Seifert, L., Chow, J. Y., Davids, K., & Araujo, D. (2020). Dynamics of skill acquisition: An ecological dynamics approach. Human Kinetics Publishers.

Davids, K., Button, C., & Bennett, S. J. (2008). Dynamics of skill acquisition: A constraints-led approach, Champaign, IL: Human Kinetics.

Woods CT, McKeown I, Shuttleworth RJ, Davids K, Robertson S. Training programme designs in professional team sport: An ecological dynamics exemplar. Hum Mov Sci. 2019 Aug;66:318-326. doi: 10.1016/j.humov.2019.05.015. Epub 2019 May 25. PMID: 31136905.

Pinder RA, Davids K, Renshaw I, Araújo D. Representative learning design and functionality of research and practice in sport. J Sport Exerc Psychol. 2011 Feb;33(1):146-55.

Renshaw, I., Davids, K., Newcombe, D., & Roberts, W. (2019). The Constraints-Led Approach: Principles for Sports Coaching and Practice Design (1st ed.). Routledge. https://doi.org/10.4324/9781315102351

Headrick, J., Renshaw, I., Davids, K., Pinder, R. A., & Araújo, D. (2015). The dynamics of expertise acquisition in sport: The role of affective learning design. Psychology of Sport and Exercise16, 83-90

Tremblay, L. (2010). Visual information in the acquisition of goal-directed action. In: Elliott D, Khan 467 M, editors. Vision and goal- directed movement neurobehavioral perspectives. Champaign: Human Kinetics; p. 281–91.

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